Il comparto orticolo rappresenta uno dei settori agricoli che impiega maggiormente input chimici lungo tutto il processo produttivo a partire dal la produzione del materiale di propagazione, lo sviluppo, la crescita e la nutrizione delle piante fino alla loro difesa dalle avversità biotiche.
Considerato da una parte il crescente interesse del consumatore verso produzioni orticole di elevata qualità, maggiore valore nutraceutico, basso rischio tossicologico e a ridotto impatto ambientale e dall’altra la sempre più stringente imposizione di vincoli legislativi sull’impiego di agrochimici (con cimi minerali, fitofarmaci), è quanto mai urgente non solo migliorare le caratteristiche produttive, fisico chimiche e nutraceutiche dei prodotti orticoli, ma sviluppa re nel contempo sistemi e tecniche di produzione in grado di limitare al massimo l’impiego di agrochimici.
In questo scenario il mercato ha stimolato una crescente domanda da parte degli operatori orticoli di sistemi di produzione innovativi quanto più possibile sostenibili in termini ecotossicologici ed economici
In tale contesto, un ruolo fondamentale è svolto dall’impiego dei biostimolanti che oltre a migliorare le performance della coltura e le caratteristiche fisico chimiche e nutraceutiche dei prodotti orticoli consentono anche una notevole riduzione di fertilizzanti.
Il progetto, attraverso un approccio interdisciplinare, intende trasferire e validare una serie di strumenti innovativi per la coltivazione in fuori suolo ””, e piena terra , di piante di pomodoro al fine di ottenere frutti della tipologia ciliegino [‘Creativo’ F1 e un ecotipico locale (P1)] caratterizzati da
elevate caratteristiche fisico chimiche e nutraceutiche. A tal fine saranno utilizzati biostimolanti costituiti sia da microrganismi ( Trichoderma atroviride ) applicati per via radicale sia da sostanze naturali (idrolizzati proteici ed estratti vegetali) applicati per via fogliare, in grado di stimolare specifiche risposte vegeto produttive, fisiologiche, fisico chimiche e nutraceutiche alle piante di pomodoro.
Saranno valutati gli effetti dei biostimolanti sulle caratteristiche organolettiche del pomodoro utilizzato per la produzione di passata. Inoltre, tramite sarà determinata la riduzione dell’impatto ambientale grazie al minor utilizzo di input chimici attraverso il metodo ‘Life Cycle Assessment’.
In fine, attraverso bilanci economici semplificati che permettono di determinare le variazioni di reddito dell’agricoltore, sarà valutata la convenienza economica dell’apporto dei biostimolanti.
Si prevede di validare l’ applicazione di biostimolanti costituiti sia da microrganismi (Trichoderma atroviride) applicati per via radicale, sia da sostanze naturali (idrolizzati proteici ed estratti vegetali)
applicati per via fogliare per la definizione di un sistema produttivo a basso impatto ambientale per massimizzare il livello produttivo, qualitativo ed nutraceutico del pomodoro coltivato in un sistemafuori suolo ed in piena terra migliorare la presentabilità del prodotto trasformato in passata in seguito a prove di trasformazione , determinare l’impatto ambientale in termini di riduzione dell’utilizzo di input chimici attraverso l’uso del metodo ‘Life Cycle Assessment’ e valutare la convenienza economica dell’applicazione dei biostimolanti.
Raccolta di articoli pubblicati quotidiani on line, a mezzo stampa, nonché in riviste specializzate
Attività realizzata nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 – MISURA 16 – COOPERAZIONE
SOTTOMISURA 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”